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Cesare ca. 1460
Fam. G
di Domenico
Cesare è il nostro "eroe di guerra" |
Cesaro Frabegoll viene definito:
"E fo preso da miser Cesaro Frabegollo,
gioven animosissemo e gaiardo, valente, Giovanno Rosetto parento
de Vitellozo, soldato nimico del duca Valentino, e messo in rocha
finalmente"
quando nel 1499 Cesare Borgia detto il Valentino da inizio alla
seconda guerra romagnola contro Cesena Rimini, Ravenna, Cervia,
Faenza e Pesaro, e nel 1500 conquista Cesena, Cesare, è soldato
al suo servizio, cattura Giovanni Rosetto, un mese dopo con diversi
commilitoni:
"andonno al Pogio di Berni
et guadagnonno de molta robba e grano asai"
naturalmente la milizia doveva essere sfamata , poi non sappiamo
come e dove un anno dopo nel 1504 muore, probabilmente in combattimento,
lo deduciamo dal documento publicato qui sotto in forma integrale,
dove il padre Domenico viene sollecitato a pagare il lascito che
Cesare aveva donato all'altare di San Giuliano di Rimini, finisce
cosi la vita del nostro eroe di guerra
per maggiori informazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Borgia |
Documenti ritrovati dal ricercatore storico e
publicista Maurizio Abati
11-1-1502 |
ASCe, notarile, b. 137, P. Pasini, cc. n.n. |
Presente ad un atto "domino Cesare filio magistri Dominici
aurificis" |
15-10-1503 |
Fantaguzzi, Caos, c. 77r |
la domenica che fo incoronato el papa al nome de Dio Patre, Fiolo
e Spiritu Santo et de la sua gloriosa matre madonna sancta Maria,
nella quale sua eclesia dignissima del monte li nimici Feltreschi
avevano fatto per tutto li altari stalla, taberna e bordello, con
l'aiuto della quale la matina li nostri cesenatici, populo e soldati,
armati de bono animo, intendendo che li nimici se ne voleano andare
e fugire, usirno fora a la bataglia con loro, li quali calonno giuso
e apicosse la scaramuza inseme. E fo morto de li nostri Luca Schiavo
calzolaro, Bernardo da Carpe fornaro, Marchisano fiolo del vilano
calzolaro; e de li soi fo morto 6 e feritene asai. Et fo preso uno
caporale de miser Latantio e fo guadagnatolli 4 cavalli et tirarsi
ognuno in drieto. Et dapoi desembrei se ne comenzonno a fugire e
se ne voleano andare. E tutto el popullo
e gente d'arme a piè e a cavallo e li vaschoni valenti e
contadini de Cesena usinno fora e andòlli drieto. E li contadini
li tolse el Monte e fonno agiunti da San Marco apresso un mìo
da la cità, al Mattalardo e al Rio da Marano. Et apicato
la bataglia, forono tutti rotti, sconfitti, presi, amazati, svalisati,
spoiati e rubati.
E fo preso da miser Cesaro Frabegollo, gioven animosissemo e gaiardo,
valente, Giovanno Rosetto parento de Vitellozo, soldato nimico del
duca Valentino, e messo in rocha finalmente. Li cavalli fugirno
via e forno lasati per morti 300 de loro; ma la notte, così
ferite, se ne andorn[n]o una gran parte; el resto fonno menate e
bastonati presuni a Cesena e impresonati con gran gloria, triumpho,
honore de la fideltà de cesenatici. Et se non fosse stato
el gran tradimento che usò el conte Nicollò da Bagno
in la victoria e bataglia che de tradimento amazò e asassinò
Carlo Tiberto de Cesena solda' del duca portatosi valentemente quel
giorno e a quello remore fece far alto a le gente del duca Valentino
e restare la bataglia che non n'andò più innante.
E
però dè la campana de San Zoanno a l'arme al martello
e fé segno a li Tibertischi. El campo, dubitando de loro
e non se sapendo che fosse, restò de fenire, dubitando de
le gente de la Signoria; dove li nimici Feltrischi ebeno tempo de
fugire, però che, se non acadeva questo, erani presi tutti
a piedi ed a cavallo e toltolli la artellaria, ché li vilani
calavano da le castelle e ville a li passi restorno ancora loro.
E cossì scamponno via. Era cosa oribille a vederli menare
feriti, sanguinati e di mala voglia tanti homini, ma era uno sommo
gaudio a vederli tornati in drieto li nostri con tante arme. E ogne
tristo ragazono avea 3 e 4 persuni ligati, facendoli gridar: «Duca!
Duca!» e «Valenza!» |
20-11-1503 |
Fantaguzzi, Caos, c. 77r |
miser Cesaro Frabegollo et Sipione Tiberto da Cesena ebeno condutta
per lo duca Valentino de 100 cavalli et menorno li presuni ho ostagi
da Rimino in la rocha de Forlì. Et poi con i altri duchischi
andonno al Pogio di Berni et guadagnonno de molta robba e grano
asai |
10-4-1504 |
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Cesare e morto |
10-4-1504 Cesare è morto
"Specialis vir magister Dominicus quondam magistri Antonii
de Frabegolis civis Cesene aurifice ut pater (non so se è
corretto) et heres olim eximii illustrissimi doctori domini Cesaris
eius filii ab intestato defrenti sive filiis omni meliori modo
una et per se et suos heredes ex titulo donationis" a Magno
di Venezia priore e rettore dell'abbazia di San Giuliano di Rimini.
L'illustrissimo dottore signor Cesare è premorto al padre
l'orefice mastro Domenico a sua volta figlio del fu mastro Antonio
dei Frabegoli. Sembra (se ben capisco) che quando era in vita,
Cesare aveva fatto una donazione all'altare di San Giuliano di
Rimini e ora il padre Domenico Farabegoli e i suoi eredi devono
mantenere le donazioni del figlio.
Questo documento ci prova che i Farabegoli degli inizi erano benestanti
resta pero ancora in sospeso la mia domanda:
" come poi a partire dalla metà del 1600 siano rimasti
solo "contadini" è un mistero, mi chiedo solo:
chi ha dissipato la fortuna di famiglia "
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