Secondo
lo Zingarelli:
Architetti Lombardi famosi per tutto il medio evo
Secondo l'enciclopedia Motta:
Cosi vennero detti quei lavoratori edili, capi-muratori
e scalpellini che videro la luce e fiorirono (diffondendosi
poi in quasi tutta la penisola e in diverse parti d'europa)
in quella regione della Lombardia compresa tra il Lario
e il Verbano nei tempi piu remoti del medio evo. Gli editti
di Rotari (643) e di Liutprado (713) se ne occuparono disciplinandoli
in corporazioni, consacrando il loro nome e il loro contributo
alla diffusione dell'architettura romanica che da comacina
(di Como) divenne veramente lombarda.
Etimologia (trovata online):
“Nella linguistica molto è possibile; molti
ricercatori degni di considerazione hanno mancato spesso,
non essendo in grado di distinguere tra possibilità
e probabilità. Segnatamente gli etimologi tendono
a simili conclusioni errate” (Pokorny). In questa
diatriba di esperti, che dura già da parecchi secoli,
si ripresenta nella scienza il ricorrente fatto che la precedente
letteratura o non viene considerata affatto, oppure viene
ripresa acriticamente.
O. Mothes nel 1883 scrive: “Sui Magistri Comacini,
in specie sul loro nome, sono state fatte molte supposizioni.
Alcuni vogliono derivarlo da “gemachinus”, che
avrebbe poi lo stesso significato della più tarda
espressione “magistri casarii”. Altri, tra cui
Du Cange, pensavano ad un rapporto con “macio”,
“machio”, “maçon”, ossia
muratore, cosicché comacini sarebbero i “muratori
riuniti”, e veniva poi messo in connessione con le
Logge e persino con i Framassoni. Però già
l’Itinerarium Antonii del 300 d. C. nomina Lacus Comacenus
il lago di Como, già Lacus Larius”.
Ilg a ciò aggiunge: “Già Du Cange ha
erroneamente interpretato il nome Commacini o Comacini,
vedendovi un collegamento con il tardo latino e romanico
“macina”, “macio”, “maçon”...
Giacché frequentemente il territorio di Como forniva
tutta l’Italia di abili muratori; da ciò il
nome di questi operai: Comacini”. Ed ancora più
acutamente si esprime Frigerio: “Collegare un Cumacinus,
scritto anche Cummacinus, con machina o macina o addirittura
derivarne cummacinus e co-magistri è deviante e testimonia
un sadico gusto”.
A. Schulte rinvia ad un documento del 1186 in cui il territorio
intorno a Como viene definito: “in territorio cumano”.
Si dovrebbe ritenere che già questa sola fonte sia
sufficiente ad escludere, una volta per tutte, ogni collegamento
tra le parole “comacini” e “cum”:
errore!
Nel Lessico delle Costruzioni di Wasmuth, la parola “comasken”
(comasco) viene derivata da “cum” e “machina”.
Nel Lessico Artistico di Thieme-Becker della parola Commacini
viene dato il seguente significato: “cum” e
“macigno”. Tuttavia respinto con la motivazione
secondo la quale Comacini può solo significare “Maestro
del territorio del lago di Como”
Nel The genesis of Masonry di Knoop and Jones ci sorprende
l’affermazione, sotto il titolo “The Comacine
Legend”: “La parola comacinus non può
significare muratore di Como o della Comacina” (the
word comacinus cannot be taken to mean a mason of Como or
Comacina) con l’aggiunta “the supposed district
of the Comacini”. Secondo loro la zona d’influenza
dei Magistri Comacini si fonda solo su supposizioni e congetture.
Infine essi arricchiscono la linguistica con un nuovo tentativo
di interpretazione della denominazione “Comacini”:
poiché Como non viene presa in considerazione per
la spiegazione del nome, rimarrebbe solo questa possibilità:
con “comacino” viene forse indicato un “comonachus”
col senso di confratello. Letteralmente: “It probably
meant “Fellow Mason” (as comonachus meant “Fellow
Monk”), without reference to Como or any other place”.
Qui sbagliano Knoop e Jones. All’attenzione dei due
storici era evidentemente sfuggito che la derivazione del
nome Magistri Comacinorum dalla città di Como e dall’Isola
Comacina era già documentata da oltre un millennio.
Documenti antichi sono fonti storiche; ed il contenuto di
tali documenti non può essere senz’altro definito
leggenda.
Come già detto: “gli etimologi tendono a simili
errate conclusioni”. (Pokorny) Il rimprovero di errata
etimologia (mistaken etimology) sollevato da Knoop e Jones
ricade su di loro. L’antica negligente forma Commacini
(invece di Comacini) è irrilevante e non deve trarre
in inganno. Simili trascuratezze sono molto numerose nelle
fonti latine. Dimostrazione di ciò si trovano, tra
l’altro, anche presso Müntz: “scultor”
invece di “sculptor”, “oratoribus”
anziché “muratoribus”. Altra definizione
che ricorre sovente per i Magistri Comacini è: “comaschi”.
Parola che può avere due significati: l’uomo
del territorio di Como; oppure il circondario o la provincia
di Como (comensis ager).
Per la parola “Comasco” (dialetto locale “cumask”)
esiste anche la possibilità di derivazione dal longobardo;
e questo sembra oltremodo importante: la terminazione ligure
“asco” è stata ripresa dai longobardi,
ad esempio: munsask, bergamask, ecc.
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